Quando la Capitanata si batteva per lo sviluppo

Scrivere per Rinascita era la massima aspirazione di ogni dirigente comunista. Perché implicava un lavoro di riflessione e di approfondimento, che faceva dell’autore un intellettuale. Tale certamente è stata Pietro Carmeno, che nella prima parte di quell’anno memorabile e favoloso che per la Capitanata è stato il 1969, passò dalla guida della Federbraccianti Cgil a quella del Pci della provincia di Foggia.
Un destino singolare, perché proprio in quei mesi si intrecciarono le lotte per l’irrigazione e per l’acqua, con quelle per il metano, e in un torrido mese di luglio quelle per il rinnovo del contratto dei braccianti, che provocò un durissimo confronto tra la Cgil e le organizzazioni datoriali.

A Carmeno non sfuggì l’importanza di quelle lotte, che parevano poter innescare una nuova stagione di partecipazione e di autogoverno da parte dei ceti popolari. Il suo acume, la sua lungimiranza, la sua intelligenza politica, la sua visione “corale” dello sviluppo vengono fuori con chiara evidenza dall’articolo che scrisse, quale bilancio delle lotte per il metano, di cui egli stesso fu protagonista sulla rivista del Pci.

A distanza di anni, è una lettura che non cessa di essere attuale e in un certo senso scomoda. Sicuramente, offre molti spunti di riflessione.

L’Archivio della Memoria Ritrovata rende disponibile questo interessante documento. Lo trovate in questa “memoria“.

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